Le medicine

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A cosa servono tutte queste medicine?

La cura delle malattie cardiache si basa specialmente su 6 tipi di farmaco, ciascuno con un obiettivo specifico. Antiaggreganti e anticoagulanti orali fluidificano il sangue, ostacolando la formazione di trombi sulla superficie malata dei vasi. Gli ACE-inibitori riducono pressione arteriosa e lavoro del cuore, facilitano la corretta risposta all’indebolimento del muscolo cardiaco. I betabloccanti frenano le reazioni neurovegetative del sistema cardiovascolare, limitano la fatica del cuore, evitando eccessi di pressione e battito cardiaco. Le statine abbassano la porzione dannosa del colesterolo circolante, riducono la progressione dell’arterioschlerosi nei vasi sanguigni e stabilizzano il risultato di angioplastica e by-pass coronarico. I vasodilatatori controllano la pressione, specie in età avanzata. I diuretici favoriscono l’eliminazione di liquidi da parte del rene e sono la base della cura nello scompenso cardiaco.

I farmaci possono causare assuefazione, intossicazione o effetti nocivi?

I farmaci cardiovascolari vengono assunti per anni e sono sviluppati in modo da avere massima tollerabilità e minimi effetti collaterali, ma nessuno ne è completamente privo. Di solito non danno assuefazione, ma nel tempo può essere utile avvicendare farmaci simili con effetto sovrapponibile. Alle dosi corrette è improbabile che sviluppino effetti tossici, tuttavia la riduzione della funzione di filtro del rene può causare dannoso accumulo del farmaco: il rene va controllato periodicamente con esami del sangue, specie nei soggetti a rischio di peggioramento, per adattare la dose o sospendere il farmaco divenuto nocivo. Vari farmaci cardiovascolari (ACE-inibitori, vasodilatatori, betabloccanti) possono abbassare eccessivamente la pressione arteriosa in particolari condizioni climatiche: con il caldo estivo può essere necessario ridurre la dose o sospenderli (su consiglio del medico e con verifica in tempi brevi). I betabloccanti sono ritenuti responsabili di una eventuale riduzione della potenza sessuale nel maschio: questo effetto è enfatizzato e ormai quasi assente con le molecole di ultima generazione, usate in prevalenza. Antiaggreganti e anticoagulanti possono favorire piccole emorragie, di solito senza importanza (ematomi sottocutanei per traumi accidentali, sanguinamenti dalle mucose della bocca o del naso). Emorragie severe a livello intestinale o cerebrale sono molto più rare, ma possono provocare conseguenze anche serie ed il rischio va commisurato al beneficio del farmaco.

Devo prendere le medicine vicino o lontano dai pasti?

I documenti medici indicano dettagliatamente gli orari dei farmaci, se ritenuti tassativi. Se la somministrazione è prevista una sola volta al giorno, di solito l’orario non è rilevante, purchè resti approssimativamente lo stesso. L’assunzione 2 al giorno è prevista ogni 12 ore, senza rilevanza rispetto all’ora di inizio del ciclo. Tre volte al giorno, significa ogni 8 ore. Per alcuni farmaci (diuretici) è consigliabilè assunzione durante le ore del mattino o del primo pomeriggio, per evitare di disturbare il sonno con diuresi notturna: ne viene indicata la somministrazione ad ore precise, che è consigliabile rispettare. I farmaci cardiovascolari sono di solito ben tollerati dal punto di vista gastrico ed è bene assumerli con breve anticipo sui pasti, per non alterarne l’assorbimento intestinale. Antiaggreganti a base di aspirina possono però irritare la mucosa dello stomaco: se ne consiglia l’assunzione a stomaco pieno, durante o subito dopo il pasto principale. Le statine provocano talora dolori muscolari e alterazione di alcuni esami del sangue: il medico guiderà nel distinguere i molti casi banali, dai pochi che possono indurre la sospensione della cura.

Se mi dimentico o non sono sicuro di aver preso la medicina?

È consigliabile cercare di mantenere la cadenza prevista per l’assunzione dei farmaci. Piccole deviazioni dagli orari programmati (1-2 ore massimo) non compromettono di solito la regolarità della cura. La sospensione improvvisa delle terapia è sconsigliabile (salvo per evidente intolleranza o complicanze): potrebbe favorire pericolosi fenomeni di “contraccolpo” su pressione arteriosa, frequenza cardiaca e lavoro del cuore. Anche al paziente più attento può capitare di dimenticare l’assunzione del farmaco all’orario previsto: è consigliabile recuperare la dose saltata solo se il tempo trascorso è molto più breve dell’intervallo che separa dal momento previsto per la prossima somministrazione (4-6 ore per i farmaci assunti una sola volta al giorno, 2-3 ore per quelli da assumere ogni 12 ore, non più di 1-2 ore per quelli da assumere ogni 8 ore); in caso di ritardo maggiore è meglio saltare alla successiva somministrazione, magari anticipandola di qualche ora (non conviene rischiare possibili effetti dannosi di due somministrazioni troppo ravvicinate). Chi invece dubitasse di non aver assunto il farmaco all’orario previsto, nell’incertezza è meglio salti una dose piuttosto che rischiare l’effetto imprevedibile di una doppia somministrazione (specie con alcuni farmaci potrebbe causare pericolosi effetti collaterali). Il medico può talora consigliare l’assunzione estemporanea di una dose extra di farmaco in circostanze particolari: è bene attenersi in modo preciso alle raccomandazioni mediche e non improvvisare assunzioni autonome non preventivamente concordate.

Come faccio a ricordarmele tutte?

Lo schema terapeutico del paziente cardiologico si avvale di solito di 3-5 farmaci al giorno, in dose singola; non è raro tuttavia dover ricorrere ad un numero più alto, in più somministrazioni al giorno. Occorre rispettare con precisione lo schema previsto: possono essere di aiuto vari “trucchi” per evitare errori o dimenticanze. Una copia dello schema terapeutico in corso dovrebbe essere sempre a portata di mano sia in casa, sia da portare con sé in ogni luogo, per garantire non solo l’assunzione corretta agli orari stabiliti, ma anche la comunicazione del regime terapeutico a chiunque dovesse averne utilità in caso di malessere e soccorso medico imprevisto. Può essere di grande aiuto un contenitore multisezione, nel quale riporre i farmaci previsti per la giornata nelle varie fasce orarie, sulla base dello schema terapeutico. È importante verificare periodicamente le scorte per non rischiare di rimanere sprovvisti, specie in occasione di festività, chiusura prolungata degli ambulatori medici, assenza per vacanza propria o delle persone che svolgano assistenza domestica. È opportuno conservare i farmaci in luogo non troppo caldo o umido e in condizioni che garantiscano l’integrità della confezione; una breve esposizione all’aria ambiente prima dell’assunzione è accettabile, ma conservazione prolungata non protetta dalla confezione, può danneggiare le proprietà del farmaco, alterandone imprevedibilmente l’effetto.

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